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Uno spiraglio aperto a Durban per un governo climatico globale

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Autori: Giorgio Grimaldi
Data: Gennaio 2012

 

 


La diciassettesima Conferenza delle Parti della Convenzione Quadro sul Cambiamento Climatico delle Nazioni Unite ha stabilito a Durban una roadmap per una politica climatica globale. Il faticoso compromesso raggiunto prevede entro il 2015 l’elaborazione di uno strumento legale vincolante dal 2020 allo scopo di contenere il riscaldamento medio del pianeta entro i 2°C e il rinnovo del Protocollo di Kyoto per una seconda fase tra il 2013 e il 2017 (con possibile prosecuzione fino al 2020). 

I risultati ottenuti sono però largamente insoddisfacenti. Sono state rinviate azioni urgenti e necessarie con enormi rischi di aggravamento dei danni ambientali e delle condizioni di vita in molte aree del pianeta.  In vista della Conferenza delle Nazioni Unite Rio+20 del giugno 2012 sono quindi necessarie riforme più ampie ed adeguate alla sfida del cambiamento climatico che è, al tempo stesso, politica, economica, culturale e morale.

Un governo climatico globale richiederebbe la creazione di istituzioni ambientali con poteri sovranazionali e risorse proprie. Determinante sarebbe lo sviluppo di un approccio nonviolento per gestire i conflitti e costruire soluzioni condivise inserendo nei negoziati procedure decisionali democratiche e l’eliminazione del diritto di veto. Un piano globale per l’ambiente e iniziative congiunte per una trasformazione politica, economica, energetica, sociale a tutela dei beni comuni globali e capace di coniugare ecosostenibilità, giustizia, rispetto dei diritti umani e perseguimento dei Millennium Goals costituiscono altri elementi fondamentali. Ad essi dovrebbero aggiungersi il rafforzamento del ruolo della società civile globale e un’azione incisiva dell’Unione europea volta a implementare i propri obiettivi energetici e climatici, istituire una carbon tax europea e una Comunità globale per l’ambiente con i paesi disponibili ad una transizione verso una low carbon economy e promuovere un regionalismo ambientale multilivello nel mondo.



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