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Appello ai leader europei

1° Dicembre 2011


Per un euro e un' Europa della stabilità e dello sviluppo


La crisi economica e finanziaria internazionale e quella dei debiti sovrani europei sta mettendo a rischio le fondamenta dell'eurozona. L'Unione europea potrebbe disintegrarsi.

I decisori politici dell'Unione e degli Stati membri sono chiamati a dare prova di fermezza, coraggio e lungimiranza adottando subito provvedimenti in grado di scongiurare i gravissimi rischi mondiali che la crisi di credibilita' dell'eurozona puo' ingenerare.

Solo tenendo insieme le ragioni del rigore e quelle dello sviluppo, l'urgenza presente e le opportunita' future sara' possibile fornire una risposta coordinata e credibile alla crisi.

E' necessario che i leader europei sappiano rispondere, con i fatti, alle aspettative dei mercati ma, anzitutto, ai timori e alle speranze di milioni di cittadini europei.

Questo puo' avvenire solo se, uniti e solidali, fin dal Consiglio europeo del 9 dicembre prossimo, si muoveranno in tre direzioni, coordinate ed esplicitamente annunciate:
- la messa sotto controllo delle finanze pubbliche degli Stati membri dell'eurozona;
- una credibile azione europea per stabilizzare i debiti pubblici degli Stati membri dell'eurozona;
- il varo di un piano europeo di sviluppo sostenibile.


Va definito un pacchetto di misure che consenta di rafforzare, sotto l'egida della Commissione europea, la disciplina di bilancio degli Stati membri, con misure vincolanti in termini di controllo, sanzioni, costituzionalizzazione degli impegni assunti. A questo si devono accompagnare le necessarie riforme interne, in particolare negli Stati membri in cui e' piu' pesante l'onere del debito pubblico.

Proprio le garanzie di disciplina nazionale possono e devono aprire la via a una risposta europea al problema del debito, attraverso gli stability bond e il rafforzamento del Fondo Salva-Stati, incluse le sue capacita' di rapido finanziamento sul mercato. La Banca centrale europea, nell'ambito del proprio mandato, puo' compiere i passi necessari per assicurare la liquidita' indispensabile al sistema finanziario.

Ma e' fondamentale che il 9 dicembre si annunci anche il varo di un "piano di sviluppo sostenibile" europeo, da mettere in atto a partire dal 2012. "Agli stati il rigore, all'Unione lo sviluppo". Va appoggiata la posizione della Commissione europea e del Parlamento europeo per un bilancio dell'Unione dotato di risorse proprie comunitarie, in sostituzione di quelle nazionali, che possa mettere in cantiere un piano di investimenti per le infrastrutture, la promozione della ricerca e la creazione di beni pubblici, finanziato da project bond.

Per consolidare la capacita' dell'eurozona di rispondere alle crisi future - e di beneficiare delle opportunita' di crescita di un mondo in trasformazione - sara' necessario riformare i Trattati, anche per raggiungere l'obiettivo finale di una finanza federale europea. Ma fin da ora i leader della Ue e degli Stati membri dell'eurozona possono agire come un "Governo provvisorio dell'economia europea".

Solo se si sapra' costruire un ponte tra il presente e il futuro si potranno superare i limiti di un progetto che rimane un'acquisizione formidabile e insostituibile per l'Europa tutta, alla quale ha assicurato pace, stabilita' e crescita. Un'Unione europea all'altezza delle sfide della crisi richiede, da subito, leadership e lungimiranza.

Torino, 1° dicembre 2011



CENTRO STUDI SUL FEDERALISMO

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