Willem A. Visser’t Hooft. Un teologo per l’Europa tra ecumenismo e federalismo
Convegno
Die Welt war meine Gemeinde
Willem A. Visser’t Hooft. Un teologo per l’Europa tra ecumenismo e federalismo
Giovedì 15- Venerdì 16 novembre 2012
Accademia delle Scienze
Sala dei Mappamondi – Via Maria Vittoria, 3
Lingua di lavoro: Italiano - Inglese
Il Centro Studi sul Federalismo e la Società di Studi Valdesi, organizzano un convegno dedicato alla figura del pastore olandese Willem Adolph Visser’t Hooft (1900-1985), al centro delle relazioni tra ecumenismo e federalismo dagli anni Trenta al secondo dopoguerra. Il convegno si terrà nella Sala dei Mappamondi dell’Accademia delle Scienze di Torino, il 15 e 16 novembre 2012 (è prevista la traduzione simultanea).
Il convegno si propone di approfondire i rapporti del primo Segretario del Consiglio ecumenico delle Chiese (CEC), W. A. Visser’t Hooft, con i movimenti di Resistenza europei e di definire il suo contributo alla elaborazione e alla diffusione delle idee federaliste per l’unità europea. Il titolo scelto per il convegno è anche quello della sua autobiografia: Die Welt war meine Gemeinde, “Il mondo era la mia comunità”.
Il pastore olandese fu al centro di una rete di collegamenti che metteva in contatto i Servizi segreti statunitensi (Office of Strategic Services - OSS) con vari esponenti della Resistenza in Francia, Italia, Paesi Bassi e Germania. Oltre al lavoro di intelligence, cui egli prese parte, è importante l’insieme delle riflessioni svolte con molti altri membri del CEC e della Resistenza sui propositi di una futura unità politica dell’Europa da attuare a guerra conclusa, su basi federali.
L’obiettivo principale di Visser’t Hooft, come dei suoi collaboratori, era quello di superare in maniera definitiva i rischi derivanti dal nazionalismo, prefigurando un nuovo ordine continentale fondato sulla solidarietà politica e religiosa dei popoli europei. In tal senso, si rivela di estrema originalità la convergenza e l’accostamento di questo orientamento con i principi dell’allora nascente Movimento ecumenico, che promuoveva il ravvicinamento delle diverse confessioni e denominazioni cristiane attraverso il dialogo e il confronto.
Il convegno si prefigge anche un’analisi politico-ideologica della relazione assai originale tra il federalismo europeo, elaborato tra gli anni Trenta e Quaranta del XX secolo, e l’ecumenismo cristiano di ispirazione protestante. Questa convergenza di idee aveva destato l’interesse anche del teologo Giovanni Miegge e dei “giovani barthiani” italiani, che nell’estate 1945 dedicarono la sessione delle “giornata teologiche” al tema “Ecumenismo cristiano e Federalismo europeo”.
Il progetto di unità politica dell’Europa, sognato da molti statisti di ispirazione cristiana quali Schuman, Adenauer e De Gasperi, torna di estrema attualità in questa fase di crisi politica ed economica profonda, così come la necessità di infondere maggiore coesione e “solidarietà” in questo processo, partendo dal profondo delle coscienze, da un’etica comune che ponga al centro l’uomo e superi le differenze etniche e nazionali così come quelle confessionali.
Un approfondimento sulle relazioni di complementarietà tra federalismo ed ecumenismo può contribuire, tanto sul piano politico quanto su quello religioso, a suggerire la strada della “unità nella diversità”, al fine di prospettare una comune coscienza di cittadini europei, indispensabile all’Europa anche per portare il proprio contributo alla costruzione di un’autentica pace mondiale.